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Annale Italiano 2005, anno 59, numero 2, Maggio-Agosto

Allergia agli additivi della gomma ed al latice in parrucchieri con dermatite da contatto delle mani e/o degli avambracci

Caterina Foti, Valentina Scrimieri, Monica Corazza, Massimo Gola, Francesca Giusti, Stefania Seidenari, Luca Stingeni, Paolo Lisi, Fabrizio Guarneri, Rossano Hermes Valsecchi, Nicola Balato, Antonio Cristaudo, Paolo Daniele Pigatto, Rosella Gallo, Donatella Schena, Eustachio Nettis, Vito Ingordo, Gianni Angelini

Introduzione: i parrucchieri rappresentano una categoria professionale ad alto rischio di svilup pare dermatite allergica da contatto (DAC) a causa della prolungata esposizione cutanea, nel corso dell?attività lavorativa, a sostanze notevolmente irritanti e sensibilizzanti. Ciò rende necessario l?uso di guanti protettivi in gomma sintetica o in latice naturale, anch'essi potenzialmente allergizzanti per la presenza sia di antiossidanti o additivi utilizzati come acceleranti del processo di vulcanizzazione della gomma, sia di antigeni proteici, rilasciati in particolare dal latice naturale. Obiettivo: lo scopo del nostro studio è stato quello di valutare la prevalenza della sensibilizzazione agli additivi della gomma ed al latice in una popolazione di parrucchieri con eczema delle mani e/o degli avambracci. Materiali e metodi: dal marzo 2003 al novembre 2004 sono stati reclutati 170 parrucchieri afferenti a 14 Centri italiani di Dermatologia allergologica. I pazienti sono stati tutti sottoposti a patch test con serie standard SIDAPA, serie gomma, serie parrucchieri e latice, e prick test con latice. Risultati: il più alto numero di positività ai patch test è stato riscontrato per: nichel solfato (37,1%), p-fenilendiamina (36,5%), ammonio persolfato (16,5%), disperso arancio 3 (14,7%), p-toluendiamina solfato (14,7%). L?allergia ritardata agli apteni della gomma era presente nel 21,7% dei soggetti presi in esame, con il più alto numero di positività per carba mix, tiurami mix e difenilguanidina. L?allergia IgE-mediata alle proteine del latice interessava il 12,5% dei 136 parrucchieri in cui è stato eseguito il prick test con latice. Conclusioni: i risultati del nostro studio confermano che nei parrucchieri la DAC rappresenta l?affezione cutanea più frequente, essendo presente nel 54,1% dei soggetti presi in esame. L?allergia immediata alle proteine del latice è rilevante (12,5%): fattore di rischio per il suo sviluppo sembra essere un?alta frequenza d?esposizione al contatto con il latice.

Prevalence of sensitivity to rubber additives and latex in hairdresse

Background: hairdressers have a high risk to develop allergic contact dermatitis (ACD) because of long-term exposure to irritating and sensitizing substances. Therefore, it is necessary to protect skin with chemical rubber or natural rubber latex gloves, which can cause allergy due to the presence of antioxidant or vulcanizing additives, and natural rubber latex proteins. Objective: the aim of this study was to verify the prevalence of sensitivity to rubber additives and latex in a population of hairdressers with hand and/or forearm contact dermatitis. Materials and methods: from March 2003 to November 2004, a total of 170 hairdressers were studied in 14 Allergologic Dermatologic Italian Centers with the following screening: SIDAPA standard series patch test, rubber series, hairdressers series plus latex, and skin prick test with latex. Results: the following substances gave the highest number of positive patch test reaction: nickel sulphate (37.1%), paraphenylendi-amine (36.5%), ammonium persulphate (16.5%), disperse orange 3 (14.7%), paratoluendiamine sulphate (14.7%). Rubber additives delayed allergy occurred in 21.7% of subjects, with a higher number of positive reaction for carba mix, thiuram mix and diphenylguanidine. Latex proteins IgE-related allergy was observed in 12.5% of 136 hairdressers who were skin prick tested with latex. Conclusions: the results confirm that ACD, which occurred in 54.1% of evaluated subjects, is the most frequent cause of cutaneous disease in hairdressers. Latex proteins Ig-E related allergy is considerable (12.5%): high frequency contact exposure to latex seems to be a risk factor for the development of latex allergy in these workers.

Analisi dei livelli sierici di citochine in pazienti con cronica idiopatica

Vania Rizzuti, Emanuela Di Lella, Paola Cordiali Fei, Mario Pietravalle, Mariagrazia De Rocco, Antonio Cristaudo

Introduzione: nell?orticaria cronica idiopatica (OCI) la caratterizzazione degli eventi che regolano la degranulazione di mastociti e basofili e il conseguente rilascio di istamina e altri mediatori dell?infiammazione nella cute sono ancora incompleti. La reattività cutanea verso il siero autologo, riscontrata mediante l?esecuzione di un test intradermico (TISA) e la presenza di anticorpi di classe IgG rivolti contro la subunità α del recettore ad alta affinità per le IgE (FcεRIα), rilevata in un ampio gruppo di soggetti affetti da OCI, hanno consentito di formulare l?ipotesi di una patogenesi autoimmune. Obiettivo: scopo del nostro lavoro è stato quello di valutare i livelli sierici di citochine infiammatorie (IFN-γ, TNF-α, IL1-β, IL-8) e regolatorie (IL-10 e IL-12) o del tipo TH2 (IL-4, IL-5, IL-6) in soggetti con OCI in relazione ad un gruppo di controllo. Abbiamo valutato, inoltre, una possibile correlazione tra la presenza di livelli elevati di citochine sieriche e la reattività cutanea al siero autologo o al sintomo prurito. Materiali e metodi: sono stati collezionati i sieri di 50 soggetti con OCI, prelevati contestualmente all?esecuzione del TISA, e di 15 soggetti senza storia e manifestazioni cliniche di orticaria. I livelli di citochine sono stati determinati mediante un test citofluorimetrico che si basa sull?impiego di biglie fluorescenti e che consente la determinazione simultanea di 5 analiti. Risultati: l?analisi dei risultati ha mostrato una percentuale significativamente più elevata di IFN-γ, IL1-β, IL-4, IL-6 o IL-12 nel gruppo dei pazienti affetti da OCI rispetto al gruppo di controllo. Nessuna differenza significativa è stata, invece, evidenziata nei livelli sierici delle suddette citochine tra il gruppo di soggetti con TISA positivo e il gruppo con TISA negativo. Livelli significativamente più elevati di IL-6 sono stati riscontrati nei soggetti con intensa sintomatologia pruriginosa rispetto ad un gruppo di pazienti in cui la sintomatologia pruriginosa era scarsa e/o assente, suggerendo un ruolo di questa citochina nell?espressione clinica della malattia.

Cytokine serum levels in patients with chronic idiopatic urticaria

Background: in chronic idiopathic urticaria (CIU) the events which regulate mastocytes and basophils degranulation and the consequent histamine release in the skin, are still unknown. Cutaneous activity to autologous serum, tested by the autologous serum skin test (ASST), was found in a large proportion of patients with CIU. Moreover, the presence of IgG- antibodies directed to the α subunit of the high affinity IgE-receptor had led to the hypothesis of an autoimmune etiology in this disease. Objective: the aim of this study has been to evaluate the serum levels of inflammatory (IFN-γ, TNF-α, IL1-β, IL-8), regulatory (IL-10 and IL-12) and TH2 (IL-4, IL-5, IL-6) cytokines, in subjects with CIU in comparison to a group of control subjects. Moreover we have evaluated the correlation between high serum levels of cytokines and the reactivity to ASST or the clinical symptoms. Materials and methods: the sera of 50 patients with CIU and of 15 subjects without history or clinical manifestations of CIU were collected. The cytokine levels were determined by a cytofluorimetric test, based on the use of fluorescent beads, which allows the simultaneous determination of 5 different molecules. Results: the results evaluation showed that a significant proportion of subjects with CIU had higher levels of IFN-γ, IL1β, IL-4, IL-6 o IL-12 compared to the control group. No significant differences were found in cytokine levels between the ASST positive or ASST negative groups. However, IL-6 levels were found to be significantly higher in subjects with more severe clinical symptoms, suggesting this cytokine has a role of in the development of CIU.

Eruzione esantematica scarlattiniforme da imatinib in paziente affetto da leucemia mieloide cronica

Licia Zeppa, Danilo Assalve e Paolo Lisi

Imatinib (STI571), un inibitore delle tirosin-chinasi, è attualmente uno dei farmaci di prima scelta per il trattamento della leucemia mieloide cronica. Le reazioni avverse cutaneo-mucose in corso di terapia con tale farmaco si manifestano nel 7-21% dei pazienti. Viene riportato il caso di un uomo di 58 anni che ha presentato un?eruzione maculo-papulosa scarlattiniforme in corso di terapia con imatinib. La sintomatologia è recidivata dopo 50 giorni circa dalla riassunzione del farmaco. Viene prospettata una patogenesi non-immunomediata.

Maculo-papular scarlatiniform eruption in chronic myeloid leukaemia p

Imatinib (STI571), a selective tyrosine-kinase inhibitor is at the moment one of the most active agents for the treatment of chronic myeloid leukaemia. Adverse cutaneous reactions to imatinib have been observed in 7-21% of the patients treated. A maculo-papular scarlatiniform eruption in a 58-year-old man treated with imatinib is reported. The lesions relapsed after about 50 days from drug resumption. A not immunomediated pathogenesis is proposed.

Il ruolo dello stress ossidativo nella risposta immune

Maria Lucia Dell?Anna, Arianna Mastrofrancesco, Veronica Albanesi e Mauro Picard

Le cellule producono fisiologicamente e costantemente specie radicaliche, i cui potenziali effetti dannosi sono contrastati dalla presenza di un sistema - enzimatico e non solo ? antiossidante. In realtà, la presenza di radicali dell?ossigeno o di altre specie elettronicamente instabili all?interno della cellula non solo è tollerato ma contribuisce alla corretta trasduzione intracellulare del segnale. Obiettivo di questo lavoro è stato quello di fornire una rivisitazione critica della letteratura corrente sul ruolo delle diverse specie radicaliche nella fisiologia cellulare e sui dispositivi di protezione, focalizzando l?attenzione sui metabolismi specifici delle cellule immunocompetenti in situazioni fisiologiche e patologiche.

The role of oxidative stress in immune system

Reactive oxygen species (ROS) are physiologically produced by the cells. On the other hand, the deleterious effects of ROS are counteracted by the coordinated action of the antioxidant network. Recent works underline the active role of the ROS on several intracellular pathways, where they act as signal transducers. Aim of the present work was to provide an overview of the current literature on the role of the ROS as intracellular mediators, with particular attention to the cellular components of the immune system. Some short considerations about known oxidative stress-related diseases and the possible therapeutical use of antioxidants conclude the paper.

Le istruzioni stampate nella gestione dei pazienti con dermatite da contatto

Gabriella Fabbrocini, Laura Adinolfi, Nicola Balato, Donatella Schena, Monica Corazza, Maria Letizia Musumeci, Fabio Ayala1

Obiettivo: lo scopo di questo studio è stato quello di verificare il livello di utilità delle istruzioni stampate nella gestione di pazienti con dermatite da contatto afferenti presso diversi ambulatori nazionali di Dermatologia allergologica. Sono stati valutati, a distanza di tempo, i gradi di apprendimento e di memoria del paziente in riferimento alle informazioni ricevute e le variazioni della sintomatologia in base all?osservanza delle istruzioni. Materiali e metodi: lo studio è stato condotto attraverso un questionario in 400 soggetti selezionati in maniera random tra 4 diversi centri di Dermatologia allergologica delle seguenti città: Napoli, Catania, Ferrara e Verona. Ai pazienti sono state formulate una serie di domande, alcune delle quali relative all?utilità delle istruzioni stampate, alla frequenza di consultazione delle medesime, agli eventuali miglioramenti ottenuti in seguito all?osservanza delle istruzioni. Risultati: 2/3 dei pazienti hanno ritenuto utili le istruzioni stampate; avendole osservate con costanza, hanno tratto miglioramenti nell?andamento della loro patologia. Il ricordo-apprendimento di alcune informazioni, tra le quali ad esempio quelle relative agli oggetti ed ai materiali da evitare, è rimasto invariato anche a distanza di 5 anni dalla consegna delle istruzioni stampate. Le categorie che ricordano meno sono risultate quelle socialmente e culturalmente più deboli, in particolare gli anziani e coloro che possiedono un basso livello di istruzione. Conclusioni: le istruzioni stampate hanno dimostrato un?evidente utilità nei pazienti intervistati, la maggioranza dei quali ha tratto soddisfacenti benefici dall?osservanza delle regole in esse contenute. Questo particolare canale di contatto con il medico è accettato da quasi tutti i pazienti, per cui è auspicabile una maggiore diffusione di questo tipo di informazione e di educazione e un miglioramento della presentazione di tali istruzioni al fine di raggiungere anche soggetti socialmente e culturalmente più deboli.

Printed instruction sheets in the management of patients with contact

Objective: the aim of this research was to verify the level of usefulness of the printed instruction sheets in the management of patients suffering from allergic contact dermatitis. We have estimated the level of knowledge and long term memory of the patients, concerning the pieces of information contained in the printed instructions. We wanted to establish if patients derived any improvement in symptoms by following the rules written in the instructions. Materials and methods: we started our research by asking 400 randomly selected patients, from the Italian cities of Naples, Catania, Ferrara and Verona to fill in a questionnaire. Patients were asked several questions concerning the usefulness of the printed instructions, how often they consulted them and if their compliance helped improve their condition. Results: about 75% of the patients considered the printed instructions useful; by observing the instructions regularly they reported improvements in the course of their disease. Some pieces of information concerning the objects and the materials to avoid, for example, have remained the same for 5 years, since the printed instructions were first received. We noted that the categories who remembered less information were older people and, above all, patients who were socially disadvantaged. Conclusions: the printed instruction sheets were useful for the majority of the patients, who derived satisfactory benefits from observing them; therefore we recommend that all physicians use this means of communication to give information. The language in the instruction sheets should be used friendly to make it accessible to people from all social groups.

Nichel e dispositivi medico-chirurgici

Paolo Daniele Pigatto, Gianpaolo Guzzi

I dispositivi medico-chirurgici (DMC) sono essenziali nella medicina moderna. La loro funzione precipua è di migliorare la sopravvivenza e la qualità della vita nei pazienti affetti da diverse patologie o malformazioni. La maggior parte dei DMC contengono nichel associato ad altri metalli. E? noto che il nichel può dare luogo ad eventi collaterali indesiderati in individui suscettibili. La prevalenza di allergia a nichel nella popolazione generale nei paesi industrializzati è stimata essere pari al 7-10% nelle donne e al 2-3% negli uomini. Tuttavia, si è portati a pensare che le reazioni avverse associate a DMC a base di nichel accadano solo nel 1-3% dei pazienti con allergia a nichel. Tra queste sono state segnalate in letteratura internazionale: dermatite da contatto, reazioni allergiche locali e sistemiche, stomatiti, lesioni lichenoidi orali, cheiliti, eczema disidrosico, rash cutanei pruriginosi, osteonecrosi, ritardo nella riparazione delle ferite, dolore locale, reazioni sarcoidosiche, restenosi di stent coronarici. Reazioni avverse a nichel possono coinvolgere meccanismi sia immunitari che non-immunitari. Il presente lavoro evidenzia che l?aumentato rischio di allergia a nichel è anche associato all?uso di DMC contenenti nichel

Nickel and medico-surgical devices

Medical and surgical devices (DMC) are essential to modern medicine and their purpose is to improve the survival and quality of life in patients with various diseases. Most DMCs contain nickel, which may cause adverse side effects to develop in susceptible persons. The prevalence of nickel allergy in the general population in developed countries is about 7-10% in women, and 2-3% in men. However, potential adverse events associated to nickel-containing devices occur only in 1-3% of patients with evidence of nickel sensitization. By reviewing reports we have found: contact dermatitis, local and/or systemic allergic reactions, stomatitis, lichenoid contact stomatitis, cheilitis, eczema, pompholyx eczema, pruritic rash, osteonecrosis, delayed and poor wound healing, local pain, sarcoid reactions and coronary in-stent restenosis. Adverse side effects to nickel involve both immune and non-immune mechanisms. This overview provided evidence of an increased risk of allergy to nickel associated with the use of devices containing nickel

Nuovi test diagnostici in vitro nell?allergia a farmaci

Ornella De Pità, Alessandra Frezzolini, Silvia Cadoni, Marina Ruffelli e Maria Grazia Sanjust

Le reazioni avverse a farmaci (RAF) rappresentano uno dei maggiori problemi sanitari nei paesi occidentali, dovuto essenzialmente all?aumento del consumo dei farmaci. Tuttavia, solo una minima quota (6-14%) di queste reazioni è a patogenesi allergica, cioè indotta da un meccanismo immunitario. Gli effetti indesiderati da farmaci, pertanto, possono essere divisi in reazioni allergiche in senso stretto (a patogenesi immunitaria) e reazioni pseudo-allergiche o da intolleranza. Per quanto riguarda le prime, i farmaci più frequentemente coinvolti sono le penicilline e, in minor misura, sieri eterologhi, insulina, enzimi come la streptochinasi ed alcuni anestetici generali. Le reazioni pseudoallergiche, invece, sono causate da analgesici (acido acetilsalicilico e i farmaci antinfiammatori non steroidei sono responsabili, da soli, di due terzi di tutte le reazioni avverse pseudoallergiche), mezzi di contrasto iodati, sulfamidici e plasma expander. La diagnostica in vitro delle RAF rappresenta quindi un problema complesso e si discosta da quella classica per l?allergia respiratoria ed alimentare in quanto il dosaggio delle IgE specifiche circolanti è possibile solo per alcuni farmaci, per lo più antibiotici beta-lattamici e insulina. In questa rassegna sono descritte nuove oppurtunità diagnostiche, rappresentate da metodiche di attivazione dei basofili in vitro (dosaggio dei sulfidoleucotrieni e misura citofluorimetrica del CD63, rispettivamente rilasciati ed espessi dopo stimolo con il farmaco) che attualmente sembrano essere uno strumento di laboratorio molto specifico per svelare sia reazioni IgE-mediate che reazioni pseudoallergiche.

New in vitro diagnostic test in drug allergy

Adverse drug reactions (ADR) are a big problem in western countries, and this is mainly due to the increased use of drugs. Nevertheless, less than 15% of the ADRs are immunologically mediated and that IgE-mediated occur in a small percentage. The latter can betriggered also by low dosage of the drug, require a previous exposure to the same drug or to a chemically related drug and develop quickly after re-exposure. Pseudoallergic reactions to drugs, which may mimic that immunologically mediated, are due to direct release of histamine (opioids) or complement activation (radiocontrast media). They mainly occur after the intake of non-steroidal anti-inflammatory drugs and acetylsalicylic acid. A detailed pharmacological history, knowledge of the signs and symptoms associated with known immune mechanisms, are helpful in identifying the causative drug. Standardized in vitro tests for drug reactions are limited, since specific circulating IgE are detectable only in cases of beta-lactams and insulin allergy. This review focused on new in vitro diagnostic opportunities for ADRs and particularly on the recently developed methods of basophil activation test (sulphidoleukotrienes assay and cytofluorimetric analysis of CD63 after allergen stimulation) which are actually a highly specific laboratory tool to reveal both IgE and non IgE-mediated responses to drugs