You are using an outdated browser. For a faster, safer browsing experience, upgrade for free today.

Annale Italiano 2006, anno 60, numero 3, Settembre-Dicembre

Dermatite allergica da contatto professionale da antidegradante della gomma, 2,2,4-trimetil-1,2-diidrochinolina polimerizzata, in intonachino

Maria Cristina Acciai, Achille Sertoli, Vincenzo Maria Calabretta, Emilia Vanni, Carlo Carnevali

Viene descritto e discusso il caso di un operaio di anni 27 che con la qualifica di intonachino lavorava presso un?impresa edile e veniva in contatto con grassello e malta. Come dispositivi di protezione individuale usava guanti di gomma e scarpe antinfortunistiche. Questi sono stati considerati causa di una dermatite allergica da contatto professionale localizzata alle mani ed alle caviglie, tabellata alla voce 42c della NTMPIA (DPR 336/ 1994). Infatti l?operaio aveva reazioni, stimate clinicamente rilevanti, nei confronti di tiurami- ci e carbammati (vulcanizzanti) e di trimetildiidrochinolina polimerizzata, un antidegradante della gomma.

Plasterer?s occupational allergic contact dermatitis from rubber antidegradant polimerized 2,2,4-tri- methyl-1,2-dihydroquinoline.

The case of 27-year old plasterer affected by contact dermatitis of the hands and the ankles is reported. He worked for a construction firm and wore rubber gloves and safety shoes as protective clothing to avoid contact with lime putty and mortar. Patch testing showed sensitivity to thiuram mix, carba mix (rubber vulcanizers) and to polimerized 2.2.4-trimethyl-1.2-dihydroquinoline, a rubber antidegradant. In ac- cordance with these results the diagnosis was occupational allergic contact dermatitis (see NTMPIA 42c 1994).

Dermatite allergica da contatto professionale in orafo smaltatore

Maria Cristina Acciai, Achille Sertoli, Vincenzo Maria Calabretta, Emilia Vanni, Carlo Carnevali

Viene descritto il caso di una operaia orafa di 38 anni addetta anche alla smaltatura dei pezzi finiti, affetta da una dermatite allergica da contatto professionale delle mani. Questa era causata, oltre che da metalli, da biocidi, acrilati, resina epossidica cicloalifatica e dal catalizzatore epossidico, isoforone diamina, presenti negli smalti. Viene discussa, in particolare, la sensibilizzazione alla resina epossidica cicloalifatica ed al catalizzatore epossidico e rilevata l?importanza dell?uso delle serie addizionali, soprattutto in campo professionale, nella diagnostica allergologica mediante patch test

Enameller goldsmith?s occupational allergic contact dermatitis.

The case of a 38-year old goldsmith, who also enamelled finished pieces, and was suffering from occupational allergic contact dermatitis of the hands, is reported. The lesions were caused by the contact with metals and also with biocides, acrylates, cycloaliphatic epoxy resin and isophorone diamine, a hardener for epoxy resins, all contained in the enamels. Sensitivity to cycloaliphatic epoxy resin and to epoxy resins hardener is discussed and also the importance of the additional series for patch testing, primarily in occupational cases, is emphasized.

Il fototest iterativo con ultravioletti nella diagnosi di dermatite polimorfa solare: valutazione di 94 casi

Anna Balato, Mariana Cafiero, Enrico Procaccini, Gabriella Fabbrocini, Giuseppe Monfrecola

Introduzione: la dermatite polimorfa solare (DPS) è la più comune fotodermatosi idiopatica; il suo spettro d?azione è più frequentemente nell?ambito degli UVA. La diagnosi si basa su anamnesi, quadro clinico e fototest. Obiettivo: scopo di questo studio è stato quello di valutare la sensibilità del fototest iterativo in pazienti con anamnesi indicativa di DPS. Materiali e metodi: dal dicembre 2003 al settembre 2005 sono stati selezionati 94 pazienti, con anamnesi positiva per DPS. In tutti i pazienti è stato eseguito un fototest iterativo con UVA e/o UVB, ripetuto per un massimo di 5 giorni consecutivi, allo scopo di elicitare una risposta isomorfa; è stata pure determinata la dose eritemigena minima (MED) per l? UVB. Risultati: il test di provocazione è risultato positivo nel 35,1% dei soggetti. Nell?ambito dei pazienti con reazioni isomorfe al fototest iterativo si è evidenziata una maggiore risposta positiva alla stimolazione contemporanea di UVB e UVA (15,9%). La MED UVB aveva un valore medio di 73,88 mJ/cm2 ed era nei limiti per fototipo. Conclusioni: i risultati di questo studio mostrano come il fototest iterativo, pur essendo una metodica utile, resta non determinante ai fini della diagnosi di DPS.

The UV repetitive phototest in the diagnosis of polymorphous light eruption: evaluation of 94 cases

Background: polymorphous light eruption (PLE) is a common photosensitivity disorder with an estimated prevalence of 10?20%. It is characterized by non-scarring pruritic erythematous papules, vesicles and/or plaques that develop on light-exposed skin. The principal action spectrum of PLE is mainly in the UVA region, although some subjects exhibit sensitivity to UVB alone or to both UVA and UVB radiation at the same time. Diagnosis is based on clinical history, clinical manifestations and phototest. Objective: the aim of this study was to evaluate the sensitivity of the phototest in patients with a relevant history for PLE. Materials and methods: from Decem- ber 2003 to September 2005 a total of 94 patients were recruited and all were phototested for the reproduction of skin lesions. The minimal erythema dose (MED) for UVB and an irradiation with UVB and UVA, were administered for five consecutive days. Results: a positive response was seen in 35.1% of this population. The main positive reactions were seen in the areas stimulated with both UVB and UVA (15.9%). The average MED value was similar in all examined patients (73.88 mJ/cm2 ). Conclusions: although phototesting with UVA and UVB lamps remains a useful method, it is not decisive for the diagnosis of PLE.

Indagine sulla prevalenza della dermatite da contatto in operatori edili (periodo 2002-2005)

Caterina Foti, Domenico Bonamonte, Valentina Mastrandrea, Alessandra Marcotrigiano, Maria Luisa Pepe, Mauro Carino, Gianni Angelini1

I lavoratori del settore dell?edilizia sono esposti a numerosi agenti chimici responsabili di allergia e/o irritazione da contatto. Nel periodo compreso tra il 2002 ed il 2005, 79 lavoratori del settore edile (51 muratori, 17 carpentieri, 7 intonachisti e 4 pavimentisti), con manifestazioni eczematose a livello di mani e/o avambracci e/o arti inferiori, di età compresa fra 17 e 74 anni (età media: 45,5 anni), sono stati osservati presso l?ambulatorio di Dermatologia allergologica della Clinica dermatologica del Policlinico di Bari e sottoposti a test epicutanei con la serie standard SIDAPA. Lo studio ha evidenziato reazioni positive per una o più sostanze in 31 dei 79 soggetti (39,2%). In particolare la frequenza dell?allergia da contatto era del 41,2% nei muratori, del 71,4% negli intonachisti, del 75% nei pavimentisti e dell' 11,8% nei carpentieri edili. Bicromato di potassio ha dato la più alta incidenza di reazioni positive (30,4%), seguito da cobalto cloruro (10,1%) e tiurami mix (10,1%), nichel solfato (6,3%), resina epossidica (5,1%), resina para-ter-butilfenolformaldeidica (2,5%) e mercaptobenzo- tiazolo (2,5%). Nel corso dell?indagine è stata valutata l?efficacia di specifiche misure preventive stabilite dal D.Lgs 626/1994, effettuando un confronto con i dati di prevalenza della dermatite da contatto irritante e della dermatite allergica da contatto in lavoratori edili osservati presso il nostro ambulatorio nel periodo compreso tra il 1988 e il 1994.

Research into the prevalence of contact dermatitis in building industry workers (period 2002-2005)

Building industry workers are exposed to many chemical agents which are responsible for contact allergy and/ or irritation. Between 2002 and 2005, 79 building industry workers (51 masons, 17 carpenters, 7 plasterers and 4 tilers), aged between 17 and 74 years (mean age: 45.5 years) suffering from eczema localized to the hands and/ or the forearms and/or the inferior limbs, were observed in the Outpatients' Department of Allergological Dermatology at the Dermatologic Clinic of Bari University Hospital. Epicutaneous tests were performed with the standard SIDAPA series. Positive reactions were elicited to one or more substances in 31 out of 79 patients (39.2%). In detail, the frequency of contact allergy was: 41.2% in masons, 71.4% in plasterers, 75% in tilers and 11.8% in carpenters. Potassium bichromate gave the highest incidence of positive reactions (30.4%), followed by cobalt chloride (10.1%) thiuram mix (10.1%), nickel sulphate (6.3%), epoxy resin (5.1%), para-tert-butylphenol formaldehyde resin (2.5%) and mercaptobenzothyazol (2.5%). During the survey the effectiveness of specific preventive measures estabilished by D.Lgs 626/1994 was evaluated by comparing the prevalence data on irritant contact dermatitis and on allergic contact dermatitis in building industry workers observed in our Outpatients' Department between 1988 and 1994.

Nocciola e rischio occulto

Fabrizio Guarneri, Claudio Guarneri, Serafinella Patrizia Cannavò

Sono presentati 3 casi di pazienti con importanti manifestazioni cliniche (rispettivamente angioedema palpebrale e labiale, orticaria generalizzata, dispnea), insorgenti incostantemente dopo assunzione di cibi diversi e apparentemente non correlati fra loro. I test allergodiagnostici hanno evidenziato allergia alla noccio- la, ma solo un?accurata anamnesi specifica, talora integrata con opportune ispezioni, ha permesso di ricollegare gli episodi riferiti all?assunzione, spesso inconsapevole, di nocciole o derivati. Viene sottolineato il rischio della presenza ?nascosta? di nocciole negli alimenti e la necessità di una maggiore sensibilizzazione della popolazione e dell?industria alimentare verso tale problematica

Hazelnuts: a hidden risk

Three cases of patients with severe clinical manifestations (angioedema of the face and lips, generalized urticaria and dyspnea, respectively) which occurred inconstantly after the ingestion of different foodtypes which were apparently unrelated, are presented. Skin tests showed sensitivity to hazelnuts, but asking careful specific questions when taking the clinical history, sometimes combined with the direct examination of the food, can establish the link between the reactions reported and the ingestion, often involuntary, of hazelnuts or food containing hazelnuts. The risk of the ?hidden? presence of hazelnuts in food is underlined. In addition, the food industry as well as the general population need to be more informed of these risks.

Risultati di uno studio clinico sulla efficacia di una linea di prodotti privi di nichel, profumi e conservanti nella prevenzione della dermatite da contatto

Caterina Foti, Anna Conserva

Introduzione: i cosmetici sono prodotti generalmente ben tollerati. Solo raramente sono responsabili di reazioni avverse; tra queste, la dermatite allergica da contatto (DAC) per lo più causata da profumi, conservanti, nichel solfato, lanolina e derivati, schermanti solari e vari emulsionanti. Obiettivo: valutare la tollerabilità di una nuova linea cosmetica priva di nichel, profumi e conservanti, in pazienti affetti da DAC da conservanti, nichel e profumi. Materiali e metodi: 45 pazienti con DAC in fase di risoluzione o pregressa, sensibilizzati a nichel solfato, profumi mix e/o conservanti dei cosmetici, sono stati suddivisi in 2 gruppi. Al primo gruppo (A), di 25 pazienti, è stato raccomandato di utilizzare per 30 giorni prodotti privi di nichel, profumi e conservanti (NoAll Derma crema base, NoAll Derma latte detergente e NoAll Derma detergente fluido corpo-capelli, PSN Rottapharm, Monza, Italia); al secondo (B), composto da 20 soggetti, non è stata data alcuna indicazione sui prodotti da utilizzare. Risultati: al termine dello studio, in tutti i pazienti nel gruppo A si è osservata la completa risoluzione della dermatite e non si sono rilevate recidive, manifestatesi invece nel 55% dei pazienti del gruppo B (p< 0,0001).

Outcomes of a clinical study on the effectiveness of a set of products without nickel, fragrances and preserv- atives in the prevention of contact dermatitis.

Background: ccosmetics are generally well tolerated and are seldom responsible for adverse reactions such as allergic contact dermatitis (ACD), which is generally caused by fra- grances, preservatives, nickel sulphate, lanolin and its derivatives, sunscreens and various emulsifying agents. Objective: to assess the tolerability of a new cosmetic line, which does not contain nickel, fragrances and preserv- atives, in patients with ACD which is caused by preservatives, nickel and fragrances. Materials and methods: 45 patients with ACD either in the past or in resolution , and who were sensitized to nickel sulphate, fragrance mix and/or preservatives of cosmetic agents, were divided into 2 groups. The first group (A) of 25 patients was recommended to use products that did not contain nickel, fragrances and preservatives (NoAll Derma crema base, NoAll Derma latte detergente and NoAll Derma detergente fluido corpo-capelli, PSN Rottapharm, Monza, Italy) for 30 days; the second group (B) of 20 subjects received no indications on the products to be used. Results: at the end of the 30 day study, complete resolution of dermatitis without relapse was observed in all the patients in group A, whereas relapses were observed in 55% of the patients of group B (p< 0.0001).

Disordini cutanei causati dagli oli da taglio nei metallurgici: una rassegna

Johannes Geier, Holger Lessmann, Axel Schnuch, Wolfgang Uter

Gli oli da taglio (OT) sono causa frequente di dermatite da contatto professionale irritante e/o allergica nei metallurgici. L?irritazione cutanea da OT in base acquosa (OTba) è indotta soprattutto da lavoro umido, pH alcalino, emulsionanti e biocidi. Anche i microtraumi da schegge metalliche e l?abrasione hanno un ruolo non trascurabile nelle alterazioni della barriera epidermica. Monoetanolamina e i prodotti di ossidazione degli acidi resinati sono gli allergeni da contatto più importanti presenti negli OTba. Monoetanolamina è un agente antiruggine largamente utilizzato per le sue proprietà emulsionanti. Gli acidi resinati si ritrovano negli OT derivando dalla distillazione del tallolio, che è largamente utilizzato negli OT. Questi acidi ossidano rapidamente durante l?uso; la sensibilizzazione ai loro prodotti di ossidazione è svelabile saggiando colofonia mediante patch test. L?allergia da contatto a digilcolamina, dietanolamina, formaldeide, liberatori di formaldeide e ad altri biocidi è osservata meno frequentemente. Anche i profumi possono avere un ruolo come sensibilizzanti, se aggiunti agli OT per mascherare gli odori. La allergia a cobalto può verificarsi durante la lavorazione dei metalli duri. Negli altri casi, la sensibilizzazione a questo metallo, così come quelle a nichel e bicromato, hanno rilevanza professionale solo eccezionalmente. Nell?iter diagnostico delle malattie cutanee professionali nei metallurgici risulta cruciale l?esecuzione del patch test con gli OT utilizzati nell?ambiente di lavoro.

Skin problems caused by metalworking fluids: a review

Metalworking fluids (MWF) are a frequent cause of occupational irritant and/or allergic contact dermatitis in metalworkers. Skin irritation by water-based MWF (wb MWF) is mainly caused by wet work, alkaline pH, emulsifiers, and biocides. Additionally, micro-trauma from metal chips and abrasion play a role in the damage of the epidermal barrier. Monoethanolamine and oxidation products of resin acids are the most important contact allergens in wb MWF. Monoethanolamine is a widely used rust preventive agent with emulsifying properties. Resin acids come into the wb MWF from distilled tall oil, which is a widely used MWF compo- nent. These acids oxidise quickly during usage. Sensitivity to their oxidation products is detected by patch testing with colophonium. Less frequently, contact allergy to digylcolamine, diethanolamine, formaldehyde and formaldehyde releasers, and other biocides is observed. Fragrances may play a role as sensitizers, if odour masks are added to the MWF. Cobalt allergy may occur during hard metal processing. In all other cases, sensitivity to cobalt, as well as to nickel and dichromate, has occupational relevance only exceptionally. In the diagnostic work-up of occupational skin disease in metalworkers, patch testing with the MWF from the patients? workplace is crucial.